Storia

Storia

C’è una data nella storia della Casa di Riposo di via Carducci che rimarrà purtroppo nella memoria degli ebrei fiorentini e non solo: il 25 Marzo 1944.
Quel giorno infatti furono deportati verso le camere a gas e i forni crematori 25 anziani, una giovane mamma con i suoi due bambini di uno e due anni.
Nessuno fece più ritorno.

Eppure la storia era cominciata sotto i migliori auspici e dopo sarebbe continuata con rinnovati entusiasmo e determinatezza. Era infatti il 1865 quando un comitato promotore sottopone alla Comunità ebraica un regolamento per la fondazione dell’istituto che qualche anno più tardi, era infatti il 1870, si sarebbe trasformato in ospizio con varie attività di assistenza, in particolare per gli anziani ebrei bisognosi.

Fin dall’inizio ci furono importanti lasciti per consentire una vita dignitosa a tutti gli ospiti. L’Ospizio Israelitico Ospedale “Settimio Saadun”, questa è la denominazione ufficiale, ha nel tempo cambiato più volte sede.

La prima fu in affitto in Via Cavour 73, poi la prestigiosa sede all’angolo fra il Viale Amendola e il lungarno Del Tempio che, grazie al suo valore a fini immobiliari, avrebbe consentito con la sua vendita l’edificazione dell’attuale sede finalmente vicina alla Sinagoga inaugurata nel 1959.

Da allora sono cambiate molte cose. Innanzitutto l’adeguamento di tutte le camere alle norme per la non autosufficienza, il moltiplicarsi dei servizi per gli ospiti, dalla parte sanitaria a quella ricreativa a quella psicologica. Ma la novità vera è stata l’apertura ormai da diversi anni ad ospiti non ebrei.

E’ evidente che una struttura nata con il solo contributo della comunità ebraica locale, che ha un riconoscimento nazionale ai sensi dell’Intesa fra lo Stato e l ‘Unione delle comunità ebraiche italiane non può non avere come compito primario sancito anche dalla sua storia l’assistenza ai correligionari.

Nonostante questo l’accoglienza di ospiti di fede diversa o di nessuna fede è stata ed è una scelta felice che in qualche modo contribuisce al dialogo fra le genti e le persone, oggi sempre più in crisi e che quindi necessita di contributi importanti da parte di tutti.

Grazie anche al contributo dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane tramite il gettito dell'otto per mille è stato possibile realizzare un progetto sulla “valorizzazione dell'anziano attraverso l'animazione”.